Il prof. Marino Ortolani giunse a Ferrara nel 1929, subito dopo la laurea ed immediatamente entrò in contatto con il Brefotrofio ove crebbe in lui la consapevolezza dell'importanza della presenza materna a fianco del bambino durante la degenza.
Infatti, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, quando divenne primario della Sezione Pediatrica Ospedaliera, si impegnò a fondo nella realizzazione di strutture che potessero accogliere le madri all'interno della Pediatria, allo scopo di alleviare lo stress nel bambino e aiutare i medici durante la diagnosi.
Non solo: Ortolani sviluppò, all'interno dell'Ospedalino, un'altra struttura in grado di garantire l'istruzione ai bambini ricoverati in lunghe degenze per tubercolosi o poliomielite, mediante la collaborazione con "maestre di corsia" appositamente arruolate per dedicarsi a questi piccoli che dovevano affrontare lunghi periodi di ricovero.
Con gli studi sulla talassemia, Ortolani dimostrò la sua competenza di medico e manager. Infatti, fu in grado di riconoscere come questa terribile malattia (che negli anni '50 concedeva solo pochi anni di vita) potesse essere contenuta con la prevenzione. Attraverso un imponente programma di screening (setaccio) basato su un test semplice ma molto selettivo, il test di Simmel, che identifica i soggetti microcitemici ("portatori sani") eseguito sulla popolazione ferrarese, partendo dalle scuole e risalendo allo studio della famiglia per ogni bambino microcitemico individuato, Ortolani era riuscito a censire, persona per persona, una larga parte della provincia. La conoscenza del problema, e l'autocoscienza del fatto di essere o non essere "portatore" del gene talassemico avrebbe potuto o dovuto ridurre l'accoppiamento e la procreazione da parte di due talassemici eterozigoti, prevenendo così la nascita di una quota, che si sperava fosse consistente, di bambini malati. In seguito, la possibilità di fare una diagnosi prenatale nelle gravidanze a rischio, ha spostato lo screening alle sole gravide e al loro coniuge.
Dieci anni dopo e grazie anche alla collaborazione con il prof. Wolfam di Filadelfia, che introdusse la tecnica trasfusionale a Ferrara, è nato il Centro della Microcitemia sotto l'egida del Ministero della Sanità. Ma la sua notorietà come scienziato di fama mondiale arrivò ad Ortolani grazie agli studi sulla lussazione congenita dell'anca (LCA). Ortolani riuscì a codificare un segno clinico che consente di diagnosticare precocemente la lussazione congenita dell'anca: si tratta di quella che ormai va sotto il nome di "manovra di Ortolani", cioè della "ricerca del segno dello scatto" che permette al medico di individuare la dislocazione della testa del femore fuori dell'acetabolo (lo scatto è, appunto, il segno del rientro della testa sub-lussata). La "manovra di Ortolani", data la sua validità assoluta, è inserita nelle linee guida per la diagnosi precoce della LCA dell'American Academy of Pediatrics e ancora oggi continua ad essere descritta nei manuali di pediatria pubblicati in tutto il mondo.