Riportiamo una chiacchierata tra ex-ragazzi e ex-ragazze, curate nel Centro in quegli anni lontani, M, V, R, Mi, che cercano di ricostruire, ricordandoli l'uno all'altro, le abitudini, gli ambienti, la vita, le persone, i particolari, di quel luogo e di quella loro infanzia, così particolare, così fragile, così difficile, ma anche così viva e anche, quando si poteva, così allegra.

M: ma tu ti ricordi se stavi ricoverato per molti giorni?
V: allora, 'na settimana.
M: io no, veramente non ricordo di esser mai stato dentro per una settimana di fila...
Mi: ma io sì...
M: tu ti ricordi di esser stato una settimana? Io mi ricordo due giorni... cioè che entravi, facevi il prelievo, poi stavi la notte... il giorno dopo facevi la trasfusione...
Mi: il giorno dopo ancora...
M: il giorno dopo ancora... Io non mi ricordo di niente, io mi ricordo solo di quando si restava solo due giorni, per gli esami e poi per la trasfusione. Le degenze lunghe forse le hanno fatte per un tempo limitato; io non le ricordo.
V: non, no; ti dico io com'era la questione.
E: ma tu, M. di che anno sei?
M: io sono un '66...
V: beh, e non ti ricordi che stavamo dentro una settimana?
M: se non mi ricordo, non mi ricordo...
V: si entrava al lunedì, cioè al lunedì era il patibolo per me. Si partiva dal mio paese... in corriera, perché le macchine, non c'erano macchine. Oppure ogni tanto, quando mio papà, forse, se lo poteva permettere, prendeva un autista, che aveva una macchina, si chiamava Adolfo, aveva una Fiat millecento...
E: in arte Fuhrer... (risate)
V: era, era, no,...'Dolfo, che é poi il papà della moglie di un meccanico del mio paese, .... era uno dei pochi che aveva la macchina, al mio paese... però non mi ricordo perché non venisse tutte le volte,... quando non veniva lui andavamo in corriera... allora andavamo su, con la valigia, perché c'era la valigia, questo me lo ricordo, l'ho detto, l'ho scritto anche, una delle cose tragiche... partire, alla mattina, mentre tutti vanno a scuola, e tu ci hai la corriera proprio in quell'orario dove tutti ti vedono che stai aspettando la corriera... Di quelli giovani, pochi ti chiedevano, "dove vai?" Io ero piccolo, 7 o 8 anni, 6 anni, 9 anni...
Mi: quando hai iniziato tu?
V: io a sei mesi, nel'60... la prima trasfusione a sei mesi, che mio papà e mia mamma mi hanno detto che l'hanno fatta in diretta, cioé credo che, se ho capito benE: prelievo, in siringa dal donatore; e poi, dentro in vena, a me, al malato. Sono stato a casa, mi sembra d'aver capito, altri sei mesi, dopo quella siringa di sangue... piccola, molto probabilmente, poco più che niente. Poi dopo, credo che la seconda volta avessero fatto già un po' più di sangue, c'erano le bottiglie...
M: sì, quelle di vetro...
V: e mettevano l'elastico, tu devi arrivare qui..., adesso non mi ricordo se lo facevano solo per quelli piccoli, e lì alla mattina, allora, ti dicevo, si partiva e si andava alla corriera, si andava a prender 'sta benedetta corriera. Era un po' un dramma; perché la gente ti vedeva, forse perché c'era compassione, "chissà in dù cal và, al và a l'usdàl, ah puvrìn".
M: "sì, puvrìn"
V: puvrìn... magari i gieva dir, "da chi à n'an o dù, chisà s'al vdén ancòra... "
M: A parte che era così, . . . era anche così, allora.
V: Sì era così, era così. Ma il dramma, era mio. Qual era il mio problema, oltre alla vergogna, oltre a sembrare un po' così, un po' diverso, infatti non c'erano altri che andavano via in corriera a Ferrara, e la maggior parte sapeva che non andavi in vacanza, insomma, in novembre, in ottobre in marzo, vacanze non ce n'erano, e tu partivi con la valigia, accompagnato, per andare a Ferrara, e tutti si chiedevano dove andavi, ma in realtà lo sapevano, d era una mezza vergogna... L'altro problema mio era che io già sapevo, quando partivo, che sarei stato male in corriera. Io, durante il tragitto da casa mia a Ferrara, sapevo che avrei vomitato. E a vomitare non si sta bene, non so voi ma io non sto bene. Allora mi capitava che talvolta, già a 7 o 8 km. della partenza, già vomitavo; oppure mi poteva succedere che poco prima dell'arrivo stavo male, lì quasi quasi arrivato all'Ospedale, a Ferrara; e vomitavo sui gradini, mentre scendevo dalla corriera, lì dove fanno la fiera di San Giorgio, a fianco delle mura, vicino alla caserma. E da lì, poi, si andava a piedi, per la strada della caserma. Per me era una passione vedere quando c'erano quelli là di sentinella. Io guardavo questi soldati...
M: perché? tu dove scendevi?
V: io scendevo, lì all'Ospedale, poi andavo a piedi,...
M: ah, scendevi all'Ospedale. C'era la fermata lì? Ah, lì, dalla rotonda?
V: si, c'era la fermata lì, dalla rotonda, yes. (Qualcuno guarda un pezzo di pizza: Se uno è stanco cosa fa? Lo mangia lo stesso, perché l'hai pagato?)
M: Buttalo via. Mo' dai, butta via. Metti dentro a 'sto sacchetto qua.
V: Poi arrivavi là, all'Ospedalino ("da Ortolani"): si faceva lo spuncino. Dal dito. E c'era un casino di gente.
M: in coda, mi ricordo io. . .
V: code, code
M: tu entravi nel corridoio...
V: code, code...
M: e c'era la guardiola...
V: code, aspettavi, poi c'era quello che...
M: nel corridoio, poi giravi a destra e ti mettevi a sedere lì;... .e lì a tacava la storia...
V: facevi lo spuncino, poi ti dicevano quant'eri (di emoglobina - ndr), e credo, se non vado errato, che ti facevano il prelievo subito...
Mi: e la visita?
V: 'speta pur. Fatto il prelievo, ti facevano una visita, che era un po' sommaria, e fatta la visita, ai miei tempi, per un bel po' d'anni, fatta la vista, dritto, ti spedivano alla sala raggi, che era quella sala dove, (più tardi negli anni) col professore, andavamo a parlare. Sai, dove ci sono tutti quei libri. In quella zona là, proprio in quello stanzone lì, là solitamente ti trovavi l'Assunta, la Veneziana, "dai 'ndèmo, dai, ndèmo, sté in riga" che aveva quei guantoni, a me mi dava un po' impressione,... guantoni, camicione, tutto buio, dentro uno fuori l'altro, dentro uno fuori l'altro, eravamo in gruppo, tre o quattro, allora facevano i raggi, schermografia, allora io non so quanti raggi ho fatto, ma non tutti al torace, secondo me, andava dentro quello un po' più alto, e poi non è che lo modificassero molto, quindi a qualcuno glielo facevano nella testa, a qualcuno nel bìgolo... E: "non so quanti raggi ho fatto, però quando spengo la luce ci vedo"...
(risate)
V: ah, è una tragedia, veramente. Dopodiché, con dei numeri, c'eran dei numeri, non mi ricordo il perché, su!!, e ti "mettevano", decidevano, ed io speravo che non mi mettessero in certe sale, io volevo andare nelle sale solite, quindi sala "D", sala "C" già non mi piaceva...
M: allora, aspetta un attimo, la sala "A" era a sinistra, entrando dal corridoio, là in su, era quella là la sala "A"?
V: no, no. Su dall'ascensore, a destra c'era sala "A".
M: in fondo, in fondo?
R: a destra, neanche entrato in corridoio...
M: ah, lì dietro, lì dove c'era la TV, anche?
V: Bravo!
M: sì...
V: quella era la sala "A"...
M: mai stato in vita mia...
V: e poi c'era un'altra camerina a fianco...
R: sì......
V: piccola...
R: zona...
V: dei pagatori... , dicevano, non lo so, o zona "ormai me ne vado"
R: esatto, esatto.
V: no, però la zona "ormai me ne vado" era la sala il 3, al 2 o al 3.
M: quale 3? Quei tre...
V: quelle tre, quattro camerette...
R: no, ...
V: eh sì, ag sòn stà mì, lì, e che paura fin che n'an sòn 'ndà fora. Lì..., ci son stati tutti quelli... ( che spesso non andavano a casa con i loro piedi ndr)
R: no, le 2 e 3 non me le ricordo, per quello...
M: però io mi ricordo, V., che sono andato in quella lì, che non ero mica ancora più giovane giovane; ché avevo mangiato una salamina da sugo... (risate)
V: dai dai, racconta,....
M: e di notte... .; al pomeriggio, senti cosa avevo fatto: avevo mangiato a casa mia, dopo che avevo fatto una notte fuori con degli amici, così. Dopo, fatto il pranzo, tipo il 6 gennaio, lì, in una di quelle feste, dopo le feste, che avevi già mangiato per tutte le feste, ho mangiato che ero stanco accoppato, sai quando proprio... , però c'era la salamina, mi era piaciuta molto, ne avevo mangiato un bel pochino. Alla fine, dopo il dolce - mi ricordo che ho mangiato anche il mascarpone - sono andato in cucina con un cucchiaino, poi sono andato a grattare dentro ...
V: la salamina...
M: la salamina...
V: bela alziera...
M: sì dentro, e poi a bere, il...
V: il sugo!!! Uh, uh, uh... (Coro: bleah, noooo).
M: il sugo. Poi sono uscito, sono andato fuori, tutto il giorno. mi son divertito ... Alla notte, ho cominciato a sudare, a sudare, poi avevo il cuore che andava a tremila, sai, prorio..., avevo tutta la roba qui, bloccata, qua. Mi hanno messo dentro, mi hanno portato dentro e mi hanno messo in una di quelle tre salette lì (ride)
(Coro di risate)
M: La 1 la 2 o la 3...
V: sì c'erano la 1 la 2 e la 3...
R: cosa ce n'erano, cinque lì, no?
V: quattro, tre o quattro
Mi: e la cucina...
M: dopo, mi dovevano fare la lavanda gastrica, invece, son riuscito...
V: ...a vomitare, eh...
M: sì, a vomitare. Però son andati giù con un tubo, e mi han... non mi ricordo. Comunque, insomma, dopo sono stato bene. Però mi han messo in una di quelle lì.
V: quelle lì... ti spiego: noi volevamo, io volevo andare, solitamente nella sala "D", si chiamava...
M: che è quella là in fondo a destra...
V: che era...
M: l'ultima...
V: cioè, quando tu entravi...sì...
M: giri a destra
V. giravi a destra, e ce n'eran tre. C'era la sala "C", che era la prima, che aveva il bagno, e lì andavano, non so chi andava...
M: le femmine, molto...
V: molte femmine, e quelli più giovani, quelli che erano più spesso ricoverati...
Mi: mah, anch'io ci sono andato, qualche volta.
V: capito? Poi c'era la sala "D" delle femmine, che era poi quella tra l'ultima dei maschi, il camaròn delle camerate...
R: là in fondo...
V: e quella metà delle femmine, ché eran proprio divisi: maschi e femmine. La mia passione era di andare a giocare sempre di là dalle femmine. � un difetto che ho sempre avuto, molto probabilmente. (risate)
V: Poi invece c'era, che quando uscivi dall'ascensore, giravi a sinistra. Quella é sala "B".
R: lì ci sono andato...
M: anche dopo la biopsia sono andato in sala "B".
V: Sapete cosa c'era lì? Io non vorrei sbagliarmi... quella sala "B" lì, i primi anni noi non ci andavamo quasi mai...
M: c'eran quelli che venivan "da giù".
V: bravissimo.
M: é vero, infatti, é vero, é vero. C'eran quelli che venivan "da giù", dal meridione.
V: e noi gli facevamo le guerre, perché...li snobbavamo,...(risate)... andavamo là, bussavamo poi correvamo via.... E lì dopo ... allora, ti spiego, ti ho raccontato il primo giorno: prelievi, viaggio (della speranza), prelievi, raggi, e si stava su,.... si mangiava, sai, appena arrivato, sai, vedevi sempre quelli, però, sai, c'era un po' di timore, perché, sai... riprendi un po' un'amicizia che hai lasciato un mese fa, alcuni non li vedi, però ne vedi altri che avevi visto tre mesi prima... Quel giorno lì, si usciva. Quindi, passato il fatto, appena arrivato, del "mi a tog cal let chi" perché dopo, c'erano dei letti prenotati, se at 'rivav tardi, 't at tulév cal lét là ad cò, in t'l'angul, tùt smulà, questo era logico, c'era la corsa. A gh'iera delle mamme che prendevano, ... cioé c'eran quelle che si facevan furbe, insomma, che prima, mentre aspettavano il prelievo, andavan su, magari conoscevano la Caposala, dai, a tog quel là, magari i stà insiém lor dù, non lo so. Comunque io mi ricordo che una quando arrivavi, prendevi quello che c'era. E c'eran tutte le mamme sulla sinistra, con i letti di color giallo, con la lettiera fatta...
Mi: verniciata.
V: tutta verniciata, con la lettiera, così. E in fondo con i lettini dei bambini, tutti...
Mi: con le spondine.
V: spondine ... e non, parecchi... quasi tutti,...
Mi: tutti,...
V: no, no, non tutti, no, no, non tutti, no no no, spondinE: quelli dove c'era Mauro, quelli, Antonietta, quelli piccoli piccoli. E... si andava fuori al pomeriggio. Quindi, giardino, ma .poi fuori: Upim, Standa, e via. Il giorno dopo, digiuno o finto digiuno; trasfusione; si stava male, perché alla maggior parte, che mi ricordi io, avevano i brividi, vomito, mal di testa, febbre, fino alle 2 o alle 3; alle 2 o alle 3, a uno alla volta ci si rimetteva in piedi: zò a zugàr. Però eri un po'...
R: strano, un po' ...
V: un po' stordito. Però, ad ora di cena,... si mangiava, tipico, polpette rosse, polpette bianche, patatine, maccheroni del pomeriggio scaldati, budino, (quando andava "di grasso"). Le polpette rosse per quelli "che gli toccavano", non a tutti, ma poche volte, ma erano molto buone, e alla sera ganzega. Quindi "gioco di cut", gioco ...
M: qual é il "cut"?
V: il "cut"? Nascondino.
M: ah, non lo sapevo mica.
V: nascondino. Sotto i letti, nei bagni. E poi c'eran le mamme che giocavan a Petrangola, a Tombola. Poi ..., si dormiva, quando uno riusciva a dormire. La mattina dopo, il giorno dopo, si faceva: niente. Magari qualcuno veniva instradato a fare l'elettrocardiogramma, al pomeriggio al Sant'Anna. L'altro magari, non so, aveva un piede da far vedere. Perché quel giorno lì, il mercoledì, era libero.
M: non uscivate?
V: si usciva. Si mangiava alla mattina, al pomeriggio si usciva. Il giovedì, invece, si rimaneva dentro. Si riceveva la seconda trasfusione, si stava un po' male, poi alle 3 alle 4 si iniziava a stare un po' meglio, (perché anche lì, vomiti, ... una cosa e l'altra) e chi stava benino se ne usciva in giardino Il venerdì non si faceva nulla, ... là ... a oziare. E al sabato mattina..., ultimo spuncino ..., conta Mi ricordo che andavano mica a grammi di emoglobina, come adesso ma a milioni di globuli rossi , 3 milioni e 8, 3 milioni e 9, 4 milioni e 100. E poi dopo ti davan la dimissione ed andavi a casa. Le terapie quali erano? Acido folico...
M: si quello me lo ricordo.
V: ... Dopatox, un certo, un certo, uno sciroppo che me lo ricorderò sempre, era buono ed era un Dopatox, un nome ...
Mi: io l'acido folico me lo ricordo...
V: acido folico...
Mi: con quella pastiglia gialla...
V: quella pastiglia gialla...
Mi: che quando me la sentivo in bocca sembrava.... gesso, sembrava.